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BACK IN MEMPHIS

DISCOGRAFIA FOLLOW THAT DREAM
Data di pubblicazione Dicembre 2012
N° Catalogo 506020-975050

Dettagli:

Doppio CD con numerose versioni alternative che riporta l’album emesso originariamente nel doppio “From Memphis to Vegas / From Vegas to Memphis” nel 1969 e da solo in “Back in Memphis” nel 1970.
La confezione è nel formato 7″ triple fold out cover con un booklet di 12 pagine allegato.

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EMISSIONI TRACK LIST

CD 1: Original album and outtakes.
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Inherit the Wind
This Is The Story
Stranger In My Own Home Town
A Little Bit Of Green
And The Grass Won’t Pay No Mind
Do You Know Who I Am
From A Jack To A King
The Fair’s Moving On
You’ll Think Of Me
Without Love
Suspicious Minds
Inherit The Wind (take 1, prova, vocal overdub #1)
A Little Bit Of Green (take 1)
And The Grass Won’t Pay No Mind (takes 1, 2, 3, 5)
Do You Know Who I Am (take 1)
From A Jack To A King (takes 1, 2, 3)
You’ll Think Of Me (take 1, 2, 3, 4, 5, 6)
Without Love (take 1)
Suspicious Minds (takes 1, 2, 3, 4, 5)
Suspicious Minds (take 6)

 

CD 2: Outtakes and unfinished masters .
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Stranger In My Own Home Town (undubbed master)
A Little Bit Of Green (prova)
You’ll Think Of Me (take 8)
You’ll Think Of Me (take 14)
You’ll Think Of Me (take 16)
A Little Bit Of Green (takes 2, 3)
Inherit The Wind (master take 4 con vocal overdub #2)
Without Love (takes 2, 3, 4)
Suspicious Minds (take 7)
And The Grass Won’t Pay No Mind (take 6)
Do You Know Who I Am (take 4)
This Is The Story (undubbed master)
You’ll Think Of Me (take 23)
A Little Bit Of Green (take 3 / V 2 undubbed master)
From A Jack To A King (4, 5)
Without Love (undubbed master)
Suspicious Minds (undubbed master)
And The Grass Won’t Pay No Mind (undubbed master)
Do You Know Who I Am (undubbed master)
The Fair’s Moving On (undubbed master)

RECENSIONI

Di Davide Raga.

Considerato il fratello minore del più celebre “From Elvis in Memphis”, questo “Back in Memphis” è un album composto da canzoni che non trovarono spazio in quello che è stato definito in maniera definitiva il disco del grande riscatto dalla lunga parentesi hollywoodiana.
Questo non significa però che siamo dinnanzi ad una raccolta di seconde scelte o addirittura “scarti”: Sono in essa proposte canzoni che conferiscono a questo lavoro lo status di album rappresentativo la rinascita artistica del nostro alla pari del predecessore, sebbene “From Elvis in Memphis”, a differenza, non conosce alcun momento minore in tutto il suo minutaggio.

 

Inizialmente accorpato a “Elvis in person” nel doppio LP dal titolo “From Memphis to Vegas / From Vegas to Memphis” nel novembre del 1969, “Back in Memphis” vide la luce come album autonomo soltanto un anno dopo.

 

Inerith the wind e This is the story sono due tra i migliori brani dell’intera tracklist, intrisi di malinconica bellezza espressa da un cantato sicuro e vigoroso.
Stranger in my home own town è uno splendido rhythm and blues in pieno stile “Memphis”, ricco – forse anche troppo – di fiati e accompagnato da una brillante armonica.
Una dolce e coinvolgente melodia la offre A little bit of green, cosi come tenera è And the grass won’t pay no mind, brano di Neil Diamond inciso in segno di gratitudine verso lo stesso autore, che in occasione delle sessions, spostò il proprio programma di lavoro per non intaccare quello di Elvis.
Do you know who I am è sensuale introspezione, mentre in Without love il dolore per la mancanza d’amore trova espressione in una voce libera e potente.
From a jack to a king e The fair is moving on rappresentano i momenti più deboli del disco: la prima venne incisa dietro richiesta di Vernon Presley, presente in studio quel giorno, che amava particolarmente questo brano: il Country in questione è davvero poca roba, e non brilla certo nell’interpretazione di Elvis, apparentemente “disordinata” e sconclusionata.
Il secondo brano pecca invece di superficialità, sebbene interpretato con una buona dose di coinvolgimento.

 

La FTD in questa rivisitazione in doppio CD oltre alla tracklist originale offre nel primo dei due dischetti le primissime takes dalle sessions, tutti primi tentativi già perfetti, a prova di una sinergia eccezionale tra i musicisti e un ben ritrovato Elvis.

 

Anche il secondo dischetto offre leccornie per il collezionista e fan: si inizia con due ottime prove pre-registrazione, dove evidenziamo Stranger in my home own town, più lenta e blues e per questo motivo a mio parere preferibile alla versione pubblicata su disco. Forse Elvis avrebbe dovuto inciderla proprio cosi: più grezza, ma più sanguignamente blues, senza troppi fronzoli orchestrali.

 

Ancora tante le outtakes e “unfinished masters” che arricchiscono il set. Tante versioni alternative che ci mostrano il nostro artista intento a modellare, take dopo take, le sue gemme, tra le quali si distinguono una quarta take di Do you know who I am e una più lenta This is the story (takes 1-2) .

 

A simboleggiare la nuova alba artistica per Elvis un esempio su tutti viene offerto dalla take 8 di Suspicious minds, nella quale il nostro artista si esprime finalmente libero da catene emozionali e dubbi artistici, nella consapevolezza di costruire finalmente qualcosa di veramente importante.

 

In chiusura del disco trovano ancora spazio alcune tracce alternative, tra le quali spicca una splendida sesta take di And the grass won’t pay no mind : un turbine di emozioni in cui lasciarsi trasportare a occhi chiusi, in un caldo pomeriggio di mezza estate.