Confezione digipack che ci fa ascoltare lo spettacolo (soundboard) registrato ad Odessa, Texas, la sera del 30 maggio del 1976.
Si tratta del miglior spettacolo di quel tour in un anno che, come sappiamo, non fu certo brillante per Elvis a causa dei suoi sempre più gravi problemi di salute.
Da segnalare che “Love letters” era già stata pubblicata dalla FTD in “Tucson ’76”.
Dal vivo a Odessa, Texas. 30 maggio 1976. Ore 20,30.
01 See See Rider
02 I Got A Woman / Amen
03 Love Me
04 If You Love Me (Let Me Know)
05 You Gave Me A Mountain
06 All Shook Up
07 Teddy Bear / Don’t Be Cruel
08 Heartbreak Hotel
09 Jailhouse Rock
10 Blue Suede Shoes
11 Fever
12 Introductions / Early Morning Rain / What’d I Say / Johnny B. Goode / Love Letters / School Days
13 Hurt
14 Hound Dog
15 Funny How Time Slips Away
16 Help Me Make It Through The Night
17 It’s Now Or Never
18 Can’t Help Falling In Love
Di Davide Raga.
Uno show di routine in una città che fece parte delle primissime tappe della carriera di Elvis, come egli stesso ricordò al pubblico durante i saluti in apertura di concerto. Uno spettacolo ben collaudato che sebbene nelle prime battute lascia trasparire una leggera stanchezza nella voce di Elvis (ma si badi bene che proprio See See Rider è stata estrapolata dallo show del pomeriggio…) non è assolutamente avaro di momenti di altissima godibilità, in una squisita alternanza di vecchi -e in parte annacquati- rock e sopratutto di coinvolgenti ballate cantate con totale trasporto e contraddistinte da una magia unica.
Per tutto lo show notevole è la loquacità del nostro artista, ora volta a smorzare la drammaticità di un pezzo appena cantato, ora necessaria nello scherzoso gioco del “botta e risposta” col suo amatissimo pubblico, totalmente rapito dalla magia del re, in un’incontrollabile intreccio di estati e furore… Questo è l’Elvis Presley show !
Da segnalare nella scaletta di queste date di fine maggio ’76 la bella Help Me Make It Through The Night, curiosa presenza che da un valore aggiunto allo show che, nonostante la ripetitività indotta dal forsennato ritmo “on the road”, possiamo ritenere più che buono.