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Long Lonely Highway

A CURA DI: Andrea Marcandalli

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Ger Rijff (1985)
Tutti Frutti Productions, Amsterdam.
184 pagine. Softcover, 22.1 x 15.2 x 1.2 cm , 0.364 kg.

Questo è un libro per veri appassionati, indirizzato a tutti coloro che vogliono sapere tutto dei primi anni cinquanta, quando il nostro Elvis muoveva i primi passi nel mondo della musica e soprattutto nel mondo dello show business.
Il libro attraversa il periodo che va dal 1954 al 1957 ed analizza, giorno per giorno, attraverso articoli di giornale, manifesti pubblicitari, interviste passaggi radiofonici ed immagini scattate dal pubblico, l’ascesa dell’artista più quotato e famoso del mondo.
È interessante osservare come la sua strada artistica:  fin dalle prime apparizioni è assolutamente chiara la sua inarrestabile ascesa; le stesse immagini che si possono ammirare in questo libro catturano l’entusiasmo ed i primi segni di isteria collettiva.
Bisogna considerare che le apparizioni del giovanissimo Elvis sono per lo più in sagre paesane e manifestazioni popolari, come anche fiere del bestiame e mercati agricoli. Non era ancora l’artista di punta, l’attrazione principale: spesso il suo nome risulta essere sotto altri artisti già più affermati in compagnia del suo gruppo, i Blue Moon Boys (Scotty Moore e Bill Black).
Bisogna pensare che nel sud degli Stati Uniti la cultura della musica e la fede nella tradizione popolare come la stessa credenza religiosa era molto più sentita che in altre zone del paese, probabilmente per il mescolarsi di più razze e culture, ed è qui che le radici del blues. del bluegrass e del country si fondevano, pavimentando un nuovo genere musicale che si diffuse molto rapidamente: il rock n roll.
Elvis Presley fu il primo fautore di questo nuovo genere, ultimo genito di una serie di sottogeneri (fra cui il rockabilly) che nel tempo resero famosi altrettanti artisti più o meno memorabili che navigarono nel mondo della musica dei giovani dalla seconda metà degli anni cinquanta e per tutti gli anni sessanta.
Elvis, nato da una famiglia estremamente povera, ebbe la possibilità di ascoltare più generi musicali ed appassionarsene attraverso la radio, unico divertimento per i giovani di allora (oltre al cinematografo).
Estremamente religiosi e timorati di Dio, i Presley seguivano le funzioni religiose tutte le domeniche ed il piccolo Elvis osserva con stupore tutto questo attraverso la musica Gospel che nelle chiese del Sud è narrato e cantato con estrema enfasi e passione dalla gente di colore.
Vi è da considerare che in quegli anni del dopo guerra la musica era quasi totale appannaggio del pubblico degli adulti e la musica che passava alla radio era lo swing della grandi orchestre jazz  o la musica relativa al bel canto dei grandi crooners di quel tempo.
Negli stati del Sud (Texas, Tennessee, Louisiana, Alabana e Mississippi) alle radio locali veniva trasmessa anche la musica popolare, il Country & Western ed il Blues della popolazione di colore.
Elvis assimila tutte queste arti e modi di esprimere la musica e fa suoi questi diversi generi, esprimendoli poi in pubblico in quel modo cosi originale che l’ha fatto diventare quello che ancora oggi la generazione di nuovi artisti di musica leggera considera il Re del Rock.

L’Elvis che appare nelle prime fotografie di questo prezioso documento è molto diverso dall’Elvis che siamo abituati a realizzare noi: è un giovane paesanotto vestito in maniera piuttosto pittoresca con un modo di acconciarsi decisamente originale, tutto basette e grandi sorrisi, estremamente educato e di gran lunga più appassionato al Gospel che alle giovani ragazze della prima fila.
Lo si vede in compagnia di personaggi famosi del Country, ad artisti di colore già affermati. Mi piace ricordare B.B. King ed ad un numero infinito di ragazzi e ragazzini entusiasti di questo nuovo artista e del suo originale modo di fare musica.
Interessanti sono anche i ritagli dei giornali d’epoca dove vengono recensite le esibizioni di Elvis.

Non tutti gli articoli sono a favore di Elvis e della sua musica , spesso a differenza delle reazioni del pubblico, sono apostrofati con similitudini poco ortodosse; l’opinione pubblica condotta dagli
adulti Cristiani praticanti è a sfavore del nuovo artista che viene dapprima indirettamente ma più avanti accusato pubblicamente di essere l’artefice di quella ribellione giovanile che anticipa quella degli anni sessanta, che vede i giovani padroni di decidere e scegliere ed anche di esprimere una loro opinione liberamente.
Con Elvis, lo stesso commercio della musica diventa fruibile anche da parte dei giovanissimi che si assiepano nei negozi di dischi per prenotare con anticipo di mesi la prossima pubblicazione del loro idolo.
Il manager che seguiva Elvis in quei primi due anni (54/55) era il buono, modesto e poco ambizioso Bob Neal, con la sola Sun Records alle spalle come asso nella manica portò il giovane Elvis al Louisiana Hayride e fu in queste occasioni radiofoniche che lo stesso Elvis ebbe modo di tirare fuori tutto il suo talento e di farsi conoscere oltre il confine degli stati confederati .
Probabilmente in concomitanza di queste feste paesane dove gli artisti locali si esibivano, Elvis ebbe modo di incontrare scontrare il suo futuro manager Tom Parker.
Questa figura in maniera positiva e negativa fu fondamentale per l’ascesa dl mito.
Il Colonnello ebbe modo di conoscere ammirare ed annusare come fonte inesauribile di guadagno Elvis Presley nel 1955, osservando la reazione della gente e soprattutto dei giovani americani alle sue esibizioni. All’epoca il Colonnello Parker era ancora manager del cantante country Hank Snow.
Faccendiere imbonitore di feste paesane, maestro nel carpire denaro alla gente, riuscì a convincere sia Bob Neal che Sam Philips a vendergli il contratto del giovane Presley. In quel momento cominciò un sodalizio che durò sino alla sua prematura dipartita.
Furono una coppia storica riuscirono ad alzare cosi tanti soldi e a riscuotere cosi tanto successo da diventare miti sfidando il tempo e la storia.
Con il Colonnello a capo del contratto di Elvis Presley, ecco che il giovane poco più che ventenne diventa scoperta dell’anno, artista di punta di una delle case discografiche più note degli Stati Uniti d’America e del mondo la Rca Victor.
Se confrontate le fotografie dell’artista prima e dopo il 1955, noterete se ben osservate uno sguardo diverso…
Mia umile e modesta impressione è che Elvis Presley prima di divenire l’idolo delle folle ricco e famoso era un ragazzotto di campagna che si divertiva sinceramente appassionato di quella nuova arte e di quel nuovo genere musicale; in seguito tutto sembrerà essere diventato obbligo e routine, privo di spontaneità, legato a contratti e firme e come tutte le cose quando non divertono più si trasformano in noia e depressione.

Con il 1956 il gruppo di Elvis annovera nella band un giovane batterista, DJ Fontana, il quale aggiunge più ritmo e vivacità alla già avviata formula. Inoltre, dietro all’artista si posizionano un gruppo di vocalist già notevolmente famosi in Nashville e dintorni: i Jordanaires.
Le ultime pagine del libro ci presentano un Elvis già più smaliziato più sofisticato e privo di quella spontaneità che si legge nei suoi occhi nelle foto del ’54 e dei primi del ’55.
Da qui ha inizio un mito che esce dai confini della nazione abbracciando tutto il mondo di allora mietendo successi in ogni regione ed in ogni campo.
Anche in ambito cinematografico riesce a vincere carpendo l’entusiasmo di critici ed appassionati soprattutto con le prime quattro pellicole.

Consiglio a tutti coloro che amano gli anni della Sun Records e che adorano ascoltare le note a volte stridule delle trasmissioni radiofoniche del Louisiana Hayride, questo libro documento unico ed essenziale per capire e studiare l’ascesa di un mito intramontabile epopea di un periodo ormai passato…

La seconda edizione vantava una copertina un po meno affascinante ma di consistenza rigida uscita a dicembre del 1987.
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Andrea Marcandalli