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FROM ELVIS PRESLEY BOULEVARD, MEMPHIS, TENNESSEE

DISCOGRAFIA FOLLOW THAT DREAM
Data di pubblicazione Ottobre 2012
N° Catalogo 506020-975046

Dettagli:

Doppio CD in confezione 7″ triple fold out cover che esamina l’album registrato interamente nella Jungle Room di Graceland, edito originariamente dalla RCA nel 1976.
Come al solito, troviamo numerose versioni alternative, fino ad ora inedite ed un bel booklet pieno di foto e note sulla seduta di registrazione.

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EMISSIONI TRACK LIST

CD 1: Original album and outtakes
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Hurt
Never Again
Blue Eyes Crying In The Rain
Danny Boy
The Last Farewell
For The Heart
Bitter They Are, Harder They Fall
Solitaire
Love Coming Down
I’ll Never Fall In Love Again
Hurt (takes 1 e 2)
Never Again (take 11)
Blue Eyes Crying In The Rain (take 4)
Danny Boy (take 9)
The Last Farewell (spliced takes 3 / 2)
For The Heart (take 1)
Bitter They Are, Harder They Fall (take 6)
Solitaire (take 3)
Love Coming Down (take 3)
I’ll Never Fall In Love Again (takes 4, 5)
For The Heart (due false partenze, take 5B)
Hurt (spliced takes 4 / 3)

 

CD 2: Undubbed masters & outtakes
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For The Heart (takes 2, 3)
Bitter They Are, Harder They Fall (take 1)
I’ll Never Fall In Love Again (takes 1, 3*)
Hurt (take 3)
The Last Farewell (take 1)
The Last Farewell (take 2)
Never Again (takes 2, 3, 9)
For The Heart (take 4)
Danny Boy (takes 6, 7)
Danny Boy (take 8)
Love Coming Down (take 4)
Blue Eyes Crying In The Rain (takes 1, 2)
Solitaire (take 5, 7)
Hurt (takes 6, 5)
Bitter They Are, Harder They Fall (takes 3, 4, 5)
For The Heart (take 5A)
The Last Farewell (takes 4, 5/3 rough mix master)
I’ll Never Fall In Love Again (rough mix master)
Never Again (remix)
Danny Boy (master rough remix)

RECENSIONI

Di Davide Raga.

 

Ecco la rivisitazione in salsa FTD del penultimo album di Elvis, uno tra i più particolari e criticati. Registrato nella Jungle Room di Graceland nel febbraio 1976, location che rappresentò l’ennesimo disperato tentativo della RCA di far incidere qualcosa di nuovo al sempre più restio Elvis, From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee, si caratterizza per la scelta di un repertorio molto malinconico, quasi da amarcord, che la storia vuole rispecchiasse perfettamente lo spirito di Elvis in quei giorni.
A leggere l’autorevole biografia di Peter Guralnik “Careless Love”, pare proprio che la voglia di incidere da parte di Elvis latitava, anche se non direi che fosse così depresso come ce lo vogliono dipingere, prova ne sono i discorsi scherzosi e frivoli che l’ artista intraprende tra una take e l’altra con i musicisti presenti alla session.
È vero che il suo umore era altalenante e che magari i suoi travagli interiori di quei giorni trovavano ampio spazio in un certo tipo di canzoni, ma è vero anche che nonostante ciò, il ruggito del leone alla fine venne fuori, se pur in modo ridimensionato e con non poca fatica, per i motivi di cui prima. Parlo ovviamente di quelle che ritengo le highlights dell’intero album: Hurt, nella quale dà libero sfogo a tutta la sua potenza vocale e la bella Danny boy, profonda, struggente, mistica.
Non sono da meno buona parte dei restanti brani, ed è anzi un piacere schioccare le dita a tempo in Blues Eyes Crying in The Rain o lasciarsi andare al ritmo di moderno rock’n’roll in For the Heart, brano che se avesse affrontato con più grinta e trasporto sarebbe stato di rilevanza assoluta

.
Entrambi i piacevoli pezzi smorzano la ricorrente tristezza di amori perduti e di vecchi rimpianti. Se in questa occasione Elvis avesse inciso anche “Fire down below”, canzone scritta e musicata per lui da Jerry Sheff, forse l’intero album avrebbe proposto un mix più avvincente. Il perché Elvis abbia rifiutato il pezzo resta un mistero. Non voleva forse ripetere l’esperienza di “Burning Love”? Chissà…

 

Oltre alla compilazione originale, in questo doppio CD trovano spazio i momenti migliori della session per dar vita ad un album alternativo: le prime takes di Hurt, dove Elvis trova inizialmente dei problemi con l’intonazione ma che poi, a partire dalla terza take, sarà sempre più potente e perfetta. Il brano troverà nei live la sua giusta dimensione dal sapore operistico.
Anche nelle prime takes di I’ll never fall in love again troviamo della fisiologica incertezza. Il brano fa fatica a decollare ma il lavoro dei coristi ed un’ottima voce soprano rendono da subito godibile questo diamante grezzo.
La già citata Blue eyes cryin in the rain nella sua take 4 offre un assolo di chitarra un po’ diverso da quello noto, mentre Danny Boy, anche nella sue vesti alternative, dimostra di essere una canzone che Elvis aveva nel profondo dell’anima: non poteva che darne una prova perfetta, ineguagliabile, unica. Ascoltare per credere l’unica versione live nota sino ad ora, eseguita a Tucson nel 1976 (pubblicata nell’omonimo FTD): non trovo parole per descrivere la magia sprigionata in quella manciata di minuti, un’angelica opera carica di malinconia e speranza. Da mozzare il fiato.
E purtroppo è sempre l’aura di malinconia a farla da padrona nelle altre songs del disco, anche se è impossibile non avvertire la tenera dolcezza di The last farewell, o restare ammaliati dalla struggente bellezza di Love coming down, la mia preferita.

 

From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee non è un album allegro e non è passato alla storia come uno dei migliori dischi della produzione di Elvis, ma ritengo che i soffocanti mixaggi dell’epoca, carichi di fiati e archi, penalizzarono non poco la resa dello stesso. Ecco dunque l’importanza e il motivo di aggiungere questo FTD (unitamente al “Jungle room session”) nelle nostre collezioni: con le sue tantissime alternate takes ci porta alla riscoperta dell’album cosi come venne inciso, al netto degli eccessi orchestrali apportati in seguito, che ci restituiscono l’Elvis puro, alle prese con i (propri) sentimenti e le debolezze dell’uomo.