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THE KID GALAHAD SESSIONS della FTD

A CURA DI: Giuseppe Castiglia

Dopo aver atteso un po’ più del previsto a causa del virus Covid-19, arriva nelle nostre collezioni la quarta puntata di questa collana FTD che ci riporta alle incisioni per il film “Pugno Proibito”.

Il formato del cofanetto è come i precedenti, di 7 pollici, come un 45 giri e contiene un libretto di 28 pagine insieme ad un inserto a tre ante, in cui troviamo i due CD di questa sessione.
Le copertine riproducono alcune scatole dove erano conservati i nastri con relative note sul contenuto mentre Il libretto è splendidamente illustrato con foto tratte dal film e memorabilia relativa; di particolare interesse per i collezionisti, sono le immagini di rare edizioni della colonna sonora (la più rara quella sud-africana, ma la peruviana è anch’essa bellissima), un palloncino pubblicitario che andava ai negozi di dischi e le locandine del film di vari paesi.
Il testo è ancora una volta tratto dal blog di Alan Hanson, che si concentra a parlare del film, mentre una pagina è dedicata alla sessione vera e propria. Rimaniamo delusi nel constatare che si tratta di un estratto del libro “Life in Music” copiato parola per parola.

Ma passiamo alla musica.
Il primo CD si apre con i sei masters in stereo: ricordiamo che originariamente furono pubblicati in mono e vennero così presentati nella serie classic della FTD.
La sessione comincia con il brano più forte: “King of the Whole Wide World”.
Questo primo arrangiamento è molto diverso dal master. La prima take parte con un’introduzione dei Jordanaires. Quel “na, na, na” suona molto banale ma il resto della band è in gran forma; Scotty tenta delle scale cromatiche e Buddy Harman alle percussioni tiene un tempo andante. Boots Randolph al sax è già da questa take, padrone dei due assolo ed Elvis ha talmente voglia di lavorare che è costretto ad incitare i coristi a far presto per essere pronti fra una take ed un’altra. Arrivati alla sesta take, il sax finalmente sostituisce i Jordanaires nell’introduzione; il tempo è cambiato leggermente ma la take è completata bene con Elvis che canta con entusiasmo.
Dopo altre false partenze, la take numero 13 sembra avere il potenziale di un master: DJ Fontana si è aggiunto a Buddy Harman e Dudley Brooks si diverte ad inserire scale jazz al piano e solo qualche piccola indecisione la rendono imperfetta.
Come a volte succede, il gruppo comicia a perdere il “feeling” ed altre takes inferiori si susseguono, fino al trentunesimo tentativo, che soddisfa tutti… almeno per il momento.

“A Whistling Tune” era già stata registrata tre mesi prima ma Elvis non era rimasto contento del risultato. La riprova per questa colonna sonora con un tempo più lento.
Dalle primissime takes notiamo quanto il cambio di tempo migliori il brano e consenta ad Elvis di “accarezzare” il testo con la delicatezza adatta alle parole.
L’unica altra prova completa fu l’ottava che con un pezzo della prima take, diventò il master.
Le prime takes di “Home is where the Heart Is” vengono prese ad un tempo troppo lento e la canzone sembra trascinarsi; nonstante questo, Elvis chiede di riascolare la settima take che ritiene interessante. La performance vocale di Elvis è sublime, sussurrando il testo con una sicutezza nella voce veramente notevole. Alla tredicesima, si decide di velocizzarla il brano migliora e dopo un altra buona prova, la band raggiunge il master eseguito magistralmente.

“Riding the Rainbow”, take 1, sembra quasi una prova, con i Jordanaires che discutono le loro parti e un tempo più lento; da segnalare ancora una volta, il favoloso lavoro di Dudley Brooks al piano.
Alla settima take, decidono di aumentare il tempo e la canzone sembra scorrere molto meglio.
Le successive due takes vengono completate e poi unite fra loro in uno “splice”, per creare il master.

“I Got Lucky” è molto incerta nella prima take, ma è affascinante proprio per questo: i musicisti stanno ancora raffinando le proprie parti ed Elvis ha qualche incertezza (che sottolinea con una risatina) sull’armonia.
La seguente take completa (la sesta) viene selezionata come master ma si decide di continuare e cambiare leggermente l’arrangiamento con l’aggiunta di un intro di Ray Walker (tagliato poi per pubblicazione) e con una strofa ripetuta. Questa versione viene ritenuta più soddisfacente e diventa il vero master.

“This is Living” è una breve canzoncina simpatica ma non ambiziosa: è caratterizzata dal fatto che i Jordanaires cantano la prima strofa da soli ed Elvis attacca un po’ prima della seconda.
La prima take è molto acerba e i successivi tentativi non vengono completati mentre Elvis lamenta il fatto che il tempo sia troppo veloce.
All’ottava take hanno rallentato il tempo e a parte un errore sul finale, è un ottima prova; la seguente, diventerà il master.

A questo punto, Elvis propone di ritornare su “King of the Whole Wide Word”: il tempo viene accellerato e il bilanciamento dei vari strumenti è subito più accattivante; bastano appena quattro takes per giungere al master che una volta tagliato dell’assolo finale del sax, era pronto per essere stampato.

Questa sessione ci dà l’opportunita’ di ascoltare un Elvis in forma vocale perfetta, non c’è una nota fuori posto e il controllo del suo vibrato è superbo.
In conclusione, a parte la mancanza di scritti nuovi nel booklet, questa è un altra emissione imperdibile per chi vuol catalogare tutto ciò inciso da Elvis e, allo stesso tempo, apprezzare il suo lavoro in studio.