Il lato A del 33 giri “Speedway” contiene tutte e sei le canzoni della colonna sonora dell’omonimo film, registrate negli studi M.G.M. Soundstage a Hollywood il 20, 21, e 26 giugno 1967 (in questa giornata gli studi furono quelli della United recorders, Hollywood); il lato B, invece, comprende una canzone di Nancy Sinatra, co-protagonista del film, intitolata “Your groovy self”, ed altre 5 bonus songs.
Questo LP fu l’ultimo 33 giri dedicato alle colonne sonore e la sua versione mono è molto rara in quanto venne stampata in pochi esemplari (i dischi stereofonici erano ormai padroni del mercato). Inoltre fu l’ultimo disco a 33 giri di Elvis ad essere stampato sia mono che stereo.
Nelle prime edizioni americane era inclusa una foto a colori del 1962 di Elvis ed uno sticker rosso che l’annunciava:
Il disco raggiunse l’82° posto in classifica dove stazionò per 13 settimane.
Nel 1977 la RCA gli assegnò il numero AFL1-3989 ed in seguito venne eliminato dai cataloghi.
Per quanto riguarda il CD, venne pubblicato nel 1994 (BMG 07863 66558) nella serie “double features” assieme alla colonna sonora di “Easy come, easy go”.
1968 / SPEEDWAY
![]() ![]() Giugno 1968 Il lato A del 33 giri “Speedway” contiene tutte e sei le canzoni della colonna sonora dell’omonimo film, registrate negli studi M.G.M. Soundstage a Hollyuwood il 20, 21, e 26 giugno 1967 (in questa giornata gli studi furono quelli della United recorders, Hollywood); il lato B, invece, comprende una canzone di Nancy Sinatra, co-protagonista del film, intitolata “Your groovy self”, ed altre 5 bonus songs. Il disco raggiunse l’82° posto in classifica dove stazionò per 13 settimane. Lato 1: Lato 2: @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Per quanto riguarda il CD, venne pubblicato nel 1994 (BMG 07863 66558) nella serie “double features” assieme alla colonna sonora di “Easy come, easy go”. [Modificato da marco31768 20/12/2010 21.23]
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LATO A:
Speedway
There Ain’t Nothing Like A Song
Your Time Hasn’t Come Yet Baby
Who Are You? (Who Am I?)
He’s Your Uncle, Not Your Dad
Let Yourself Go
LATO B:
Your Groovy Self [Nancy Sinatra]
Five Sleepy Heads
Western Union
Mine
Goin’ Home
Suppose
Di Roberto Paglia
Quando si guarda “Speedway”, 27° film a soggetto di Elvis, è impossibile non farsi tornare alla mente le immagini di “Viva Las Vegas”, arrivato nelle sale cinematografiche quattro anni prima. In entrambe le pellicole Elvis è infatti un pilota automobilistico, ovviamente con licenza di cantare, innamorato di una ragazza pratica delle sette note che, fra duetti e numeri in solitaria, si ritaglia un discreto spazio nell’economia della colonna sonora.
Ad una commedia di grande successo e ricca di buone canzoni come “Viva Las Vegas”, non era stato però dedicato il relativo long playing, che a conti fatti si sarebbe rivelato nettamente superiore alla media del periodo. La personalità di Ann Margret, che sul set divideva equamente la scena con il più noto protagonista, era forse troppo spiccata per farla risaltare anche sul vinile dell’attrazione principale, benché quasi tutti i brani fossero appannaggio dello stesso Elvis.
Ma nel 1968, in pieno declino delle fortune hollywoodiane del cantante, una preoccupazione del genere non è all’ordine del giorno. È fondamentalmente per questo motivo che Nancy Sinatra conquista il suo spazio nel nuovo album, in virtù di un blando duetto e soprattutto di Your Groovy Self, interamente cantata da lei. Comunque, tanto per intenderci, nulla al livello di These Boots Are Made For Walkin’ o Something Stupid…
Speedway segue con prevedibilità le orme lasciate dal precedente Clambake. Con pochissimo materiale fieramente emancipato dal mondo del cinema, la RCA insiste con la meccanica e apparentemente infinita pubblicazione di soundtracks. Allo stesso tempo, con quel minimo a disposizione, la casa discografica tenta di iniettare piccole dosi di qualità ad album ormai spenti dal punto di vista creativo.
Questa debole strategia comporta la realizzazione di opere sbilanciate ed ibride, che passata l’enfasi promozionale presentano una serie di canzoni dalle quali si vorrebbe in realtà prendere le distanze, affiancate da altre che si spera possano ricordare aspetti più rappresentativi del potenziale di Elvis.
Nello specifico, Speedway è composto da undici pezzi provenienti da quattro diverse sessions e, nell’ascoltarlo, si possono facilmente riscontrare difficoltà di compilazione e scompensi temporali.
Se nel suo insieme il disco non è altro che il capitolo conclusivo di una formula stanca e ripetitiva, contiene altresì discreti episodi musicali, provenienti tanto dall’esigua colonna sonora che contiene quanto dalla generosa sezione delle “bonus songs” che lo completa.
Non molto appariscente ma insolitamente energica la title track Speedway che, presa seriamente da Elvis e dai musicisti in studio, cerca di rievocare antichi e mai sopiti bagliori rock’n’roll.
Anche lo pseudo-rock di There Ain’t Nothing Like A Song è approcciato con inusitata grinta, tuttavia il brano non brilla certo per originalità (è virtualmente identico a The Meanest Girl In Town di qualche anno prima) mentre l’apporto vocale della Sinatra si rivela incolore e privo di sensualità.
Molto piacevole, la breve Your Time Hasn’t Come Yet Baby, canzoncina per bambini in bilico fra il malinconico sguardo indietro e l’ormai sopraggiunta maturità del cantante.
Who Are You? (Whi Am I?) è una bella canzone d’atmosfera, nel tipico stile da night che poi Elvis avrebbe sviluppato definitivamente nella successiva Almost In Love.
Comprensiva di un testo che arriva a parlare di tasse, He’s Your Uncle Not Your Dad è invece la classica canzone improponibile fuori dal contesto cinematografico: simpatica ma dimenticabilissima.
Let Yourself Go dimostra inequivocabilmente che, senza sottoporre all’attenzione di Elvis capolavori a ripetizione, sarebbe bastato procurargli brani di una certa consistenza per rendergli maggiormente digeribili dozzine di sedute di registrazione, comunque onorate nel corso degli anni sessanta. Ritmo e parole che lasciano ben poco all’immaginazione, avrebbero garantito a questo singolo di scarso successo l’insperato inserimento in uno straordinario Special televisivo, mandato in onda dalla NBC nel dicembre del 1968. In quella circostanza, durante una sequenza decisamente “hot”, Elvis avrebbe reso la canzone in modo ancora più esplicito.
Come accennato, in Speedway trovano posto ben cinque “bonus songs” (canzoni generalmente slegate dal contesto cinematografico, piazzate su un 33 giri per raggiungere la quota), anche se due di queste, Suppose e Five Sleepy Heads, non sono altro che brani tagliati dallo stesso film.
La prima è una commovente canzone d’amore nella quale Elvis crede evidentemente molto, visto che riesce nell’impresa di rendere plausibile un testo esageratamente retorico.
Intensa e dolcissima la manciata di secondi della seconda, un piccolo gioiello basato sulla melodia della Ninna Nanna di Brahms.
Western Union è un inedito delle sperperate sessions del maggio ’63, che ci rammenta la felice vena di quella due giorni a Nashville. Solare e divertente, avrebbe senz’altro meritato il lato di un singolo all’epoca della sua incisione.
Messa giù il 10 settembre 1967, dunque lo stesso giorno in cui furono registrate le classiche Guitar Man e Big Boss Man, Mine è un’altra ballata interpretata con classe, che riluce di romanticismo.
Chiude le operazioni la grintosa Goin’ Home, uno scarto del recente “Stay Away, Joe” che, fortunatamente ripescato si lascia ascoltare volentieri.
Speedway non va oltre l’ottantaduesimo posto e, dalla sua debacle in classifica, prende il via alla velocità della luce, una totale ridefinizione degli obiettivi da far perseguire all’artista. Il tempo di onorare gli ultimi contratti firmati in quel di Hollywood, poi la carriera di Elvis, passando per il già citato TV Special, avrebbe preso un corso completamente diverso.