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PURE GOLD

DISCOGRAFIA ALBUM USA
Data di pubblicazione marzo 1975
N° Catalogo RCA ANL1-0971
Multi Platino

Dettagli:

Questa compilation di grandi successi venne pubblicata nella linea economica della RCA denominata “pure gold series”.
Nel 1979 questo disco fu il primo di Elvis ad ottenere il permesso di essere pubblicato nelle nazioni dell’Est (Opus 91130625).
Rispetto alle pubblicazioni precedenti americane, in questo disco fa il suo esordio su 33 giri “Kentucky rain”, in precedenza edita su singolo e nel box di 4 LP “Elvis-Worldwide 50 gold award hits, volume 1”.

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Nel novembre del 1980 questo album diventa RCA AYL1-3732 e sarà poi eliminato dal catalogo.
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“Pure gold” venne premiato con il disco d’oro il 12 settembre del 1977, con quello di platino il 20 maggio 1988 e con quello di multiplatino il 27 marzo 1992.

PUBBLICAZIONI IN CD

La prima edizione in CD è del 1992 (BMG 07863-53732-2) e sarà ristampata nel 1994 e nel 1996.
Non esiste un’edizione europea.

EMISSIONI TRACK LIST

LATO A:
1) Kentucky rain
2) Fever
3) It’s impossible [Las Vegas. 16/2/1972, MS]
4) Jailhouse rock
5) Don’t be cruel

LATO B:
1) I got a woman
2) All shook up
3) Loving you
4) In the ghetto
5) Love me tender

RECENSIONI

Di Roberto Paglia

Preso dalla sua attività concertistica e affetto da una vera e propria idiosincrasia nei confronti delle recording sessions, tra il 1972 e il 1975 Elvis entra in studio cinque volte, volendo includere fra queste un breve soggiorno “lavorativo” nella sua abitazione di Palm Springs. Decisamente poche, se consideriamo i ritmi sostenuti in altri tempi e la tabella di marcia della RCA, abituata a tenere sotto pressione gli acquirenti per mezzo di una lunga serie di prodotti, lanciati sul mercato senza soluzione di continuità.
Una strategia sorpassata, tipica degli anni ’50, che nel caso di Elvis aveva contribuito a determinare un numero non indifferente di disastri. Fra la pubblicazione di “Elvis – That’s The Way It Is” e quella di “Elvis Country”, in assoluto due dei migliori album del cantante, era infatti intercorso circa un mese (un autentico ed insensato suicidio commerciale) e una situazione non dissimile, anche se meno marcata, si era verificata in seguito con l’emissione piuttosto ravvicinata di “Elvis Now” / “He Touched Me” (1972) e “Elvis [Fool]” / “Raised On Rock” (1973).
A dispetto della penuria di materiale, acuitasi in virtù delle infelici mosse della RCA, la storia si ripete puntualmente nel 1975, con un paio di preziosissimi studio album (“Promised Land” e “Today”) posti in vendita rispettivamente a gennaio e maggio, per lasciare poi pericolosamente scoperti i restanti sette mesi dell’anno. Anzi, nel caso in cui a qualcuno fosse rimasto qualche spicciolo da spendere per la causa Elvisiana, ai discografici viene la brillante idea di allettarlo con una nuova antologia in linea economica, pronta per… marzo.
Inutile dire che nessuna di queste opere farà molta strada in classifica. Semplicemente logico.

Pure Gold è compilato attingendo a piene mani dal passato remoto dell’artista, nonostante il maestoso scatto in copertina lasci supporre una chiave d’ascolto più attuale.
Qualcosa di analogo era stato fatto l’anno precedente, ottenendo peraltro un certo successo, con l’ambiziosa raccolta “Elvis – A Legendary Performer, Volume 1”, che però era provvista di alcuni graditissimi inediti.
“Love Me Tender”, “Don’t Be Cruel”, “All Shook Up”, “Loving You” e “Jailhouse Rock”, che rappresentano l’esatta metà del disco, erano già stati i punti di forza del celebre “Elvis’ Golden Records” e del quadruplo box “Worldwide 50 Gold Award Hits, Volume 1”. Si tratta di classici senza tempo, associati per sempre al loro interprete, ma è indubbio che questa ennesima riproposta risulti priva di fascino.
Di moderato interesse il recupero di “Fever”, tornata evidentemente in auge grazie all’inclusione nel mega progetto “Aloha From Hawaii”, e di “I Got A Woman”, presenza fissa nelle setlists degli spettacoli di Elvis.
Curiosa è invece la presenza di “It’s Impossible”, già parte di “Elvis [Fool]” meno di due anni prima. Vada per la bellezza della performance, davvero splendida, ma si sarebbe potuto soprassedere.
La tracklist è completata da “In The Ghetto” e “Kentucky Rain”, due fra le tante perle realizzate a Memphis nel 1969, che avevano contribuito a rilanciare l’immagine di Elvis dopo la lunga permanenza ad Hollywood. La seconda delle due, reperibile soltanto sul citato box di quattro long playing, è finalmente alla portata di coloro che si erano persi il singolo e non avevano potuto acquistare il costoso set!

Poco altro da dire. Forse sarebbe stato opportuno concentrarsi su un concetto più intrigante, come il quinto volume della popolare serie Golden Records, disco in effetti materializzatosi (in modo mediocre) soltanto nel 1984.
A “Pure Gold” non manca certo la qualità, sotto questo punto di vista  contiene grande musica, ma “Promised Land” e “Today” avrebbero meritato di farsi largo nelle charts senza un ulteriore ostacolo piazzato sul loro cammino. In fondo, “Jailhouse Rock” la sua chance l’aveva già avuta, “T-R-O-U-B-L-E” ancora no…