Registrazione professionale dal vivo all’International Hotel di Las Vegas del 13 agosto 1970, dinner show.
In questo show abbiamo Elvis Presley ai vertici della forma, sia fisica che vocale, con alcune rarità come Make the world go away e Stranger in the crowd.
Da segnalare che questo CD venne pubblicato in contemporanea al bootleg “Stranger in the crowd” che includeva il medesimo spettacolo.
Dal vivo a Las Vegas, Nevada. 13 agosto 1970. Dinner show.
01 That’s All Right
02 I Got A Woman
03 Hound Dog
04 Love Me Tender
05 Don’t Cry Daddy
06 In The Ghetto
07 I Just Can’t Help Believin’
08 Stranger In The Crowd
09 Make The World Go Away
10 Sweet Caroline [incompleta]
11 You’ve Lost That Lovin’ Feelin’
12 Polk Salad Annie
13 Introductions
14 The Wonder Of You
15 Heartbreak Hotel
16 Blue Suede Shoes
17 One Night
18 All Shook Up
19 Bridge Over Troubled Water
20 Suspicious Minds
21 Can’t Help Falling In Love
Di Davide Raga
La FTD ci propone lo show completo di Las Vegas del 13 agosto 1970, spettacolo filmato per il documentario “That’s The Way It Is”.
La qualità audio è a dir poco stratosferica, trattandosi di registrazione stereo tratta dal mixer 16 piste e mixata per la FTD dal tecnico Vic Anesini.
Lo show in questione inizia tutto d’un fiato con That’s all right mama, I got a woman e Hound dog, subito seguite da Love me tender, durante la quale Elvis stringe le mani e bacia le sue fans presenti in prima fila.
Giusto il tempo di riportare la calma ed ecco un momento di drammaticità e grandezza con Don’t cry daddy.
La successiva In the ghetto, altro grande hit inciso l’anno prima, ci lascia ammutoliti e carichi di ammirazione alla pari dei fortunati presenti in sala.
Segue I just can’t help believing, un altro grande classico dell’Elvis on stage targato 1970.
Gradita sorpresa in scaletta è Stranger in the crowd, brano che uscirà nell’album That’s The Way it Is e che si rivela altrettanto perfetto nella sua versione live (ma in definitiva, ci può essere qualcosa di non perfetto nell’Elvis del 1970?).
Make the world go away è un’esempio di precisione (confrontate le versioni live e studio), mentre Sweet Caroline, successo di Neil Diamond diventato un classico di questa stagione di Las Vegas, si arricchisce qui dell’immenso carisma dell’interpretazione di Elvis.
A testimoniare la grandezza di questo show, più che le parole, sono le successive canzoni presenti in scaletta: You’ve lost that lovin’ feeling, teatro e musica insieme; Polk salad Annie, selvaggia energia al cardiopalma, The wonder of you, l’amore nella sua forma più inebriante.
Ad un certo punto dello spettacolo Elvis ci riporta indietro agli anni ’50 con le convincenti Heartbreak hotel (grande James Burton), Blue suede shoes, One night (play dirty, baby!) e All shook up.
Lo show, a questo punto, arriva alla sua parte finale con la magistrale ed irraggiungibile Bridge over troubled water che precede il momento culminante dell’intero concerto, il momento del delirio collettivo che rischia di far saltare in aria il soffitto della showroom come un tappo di champagne a Capodanno: Suspicious minds.
Elvis a questo punto ha dato tutto se stesso al pubblico, ci saluta con la dolce Can’t help falling in love e ci lascia stremati, felici e increduli ma con un’atroce dubbio:
troppo bravo, unico, potente, bello e carismatico: ma siamo sicuri che Elvis sia esistito veramente?