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THE ON STAGE SEASON

DISCOGRAFIA FOLLOW THAT DREAM
Data di pubblicazione Ottobre 2013
N° Catalogo 506020-975065

Dettagli:

Questo doppio CD contiene due soundboards registrati dal vivo a Las Vegas: lo spettacolo di apertura del 26 gennaio 1970 e quello di chiusura del 23 febbraio 1970.

Ambedue i concerti erano disponibili da diverso tempo su bootleg (segnaliamo le edizioni della Madison, dove il suono è ancora migliore rispetto a questi, in particolar modo per il concerto di apertura).

Si tratta di un’edizione in triple fold out cover della misura di 17,5 cm (7″) con libretto di 16 pagine.

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EMISSIONI TRACK LIST

CD 1. Dal vivo a Las Vegas, Nevada. 26 gennaio 1970. Opening show.
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1)  All shook up
2)  That’s all right (mama)
3)  Proud Mary
4)  Don’t cry daddy
5)  Teddy bear / Don’t be cruel
6)  Long tall Sally
7)  Let it be me
8)  I Can’t Stop Loving You
9)  Walk A Mile In My Shoes
10) In The Ghetto
11) True Love Travels On A Gravel Road
12) Sweet Caroline
13) Polk Salad Annie
14) Introductions
15) Kentucky Rain
16) Suspicious Minds
17) Can’t Help Falling In Love

 

CD 2. Dal vivo a Las Vegas, Nevada. 23 febbraio 1970. Closing show.
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1)  All Shook Up
2)  I Got A Woman
3)  Long Tall Sally
4)  Don’t Cry Daddy
5)  Hound Dog
6)  Love Me Tender
7)  Kentucky Rain
8)  Let It Be Me
9)  I Can’t Stop Loving You
10) See See Rider
11) Sweet Caroline
12) Polk Salad Annie
13) Introductions
14) Lawdy Miss Clawdy
15) Heartbreak Hotel
16) One Night
17) It’s Now Or Never
18) Suspicious Minds
19) Can’t Help Falling In Love

RECENSIONI

Di Davide Raga.

 

La FTD ripropone i due soundboards registrati dal tecnico della RCA, Bill Porter, a Las Vegas durante secondo ingaggio in assoluto per Elvis nella città del Nevada, che si tenne dal 26 gennaio al 23 Febbraio 1970, ingaggio dal quale venne estratto l’album “On Stage-February 1970”.
Questa pubblicazione presenta gli shows di apertura e di chiusura della season, entrambi oggetto, in passato, di svariate emissioni bootlegs.
La prima delle due registrazioni venne effettuata per dare a Elvis e musicisti una panoramica dello show in generale, e testimonia quelli che furono i vari problemi all’impianto audio della showroom in quel periodo. Alcune distorsioni alla voce sono state in parte corrette, ma il difetto di incisione in origine non ha permesso miracoli al tecnico della FTD Vic Anesini, che ha tuttavia apportato un lieve miglioramento globale del sound dell’intera incisione.

 

Lo show di apertura, contenuto nel primo dei due dischetti, si apre con una prorompente All shook up, seguita da una fantastica That’s all rigt (mama), che viene introdotta da Elvis come “my first record, ladies and gentleman”. Questa che fu appunto la prima hit di Elvis in assoluto, apre in questa occasione il filone delle novità in scaletta rispetto alla precedente season, una scaletta che si guarda bene da essere un doppione di quanto ascoltato l’anno prima ma che invece propone uno spettacolo musicalmente più articolato e completo, generoso di sontuose ballads e pezzi contemporanei, senza disdegnare evasioni di autentico rock e sanguigno blues.
Da Proud Mary a Don’t cry daddy, passando per una sconvolgente Long Tall Sally, Elvis non si risparmia certo nell’offrire con tutto il suo estro una esplosiva miscela di generi diversi, plasmati da quell’unicità che solo la sua voce e il suo carisma possono infondere, con una naturalezza disarmante.
Tra le varie ballads citiamo la bella Let It be me, forse all’epoca ritenuta poco adatta ad Elvis Presley, ma che secondo me è stata accantonata troppo presto, così come la hit del 1969 In the ghetto, pietra miliare di tutta la discografia di Elvis, che avrebbe meritato maggior fortuna dal vivo. Con True love travels on a gravel road il discorso si estremizza ancora di più poiché il bellissimo pezzo inciso negli American Sound l’anno prima viene qui interpretato dal vivo per la sua prima e ultima volta. Un peccato che Elvis non abbia attinto di più da quelle mitiche sessions.
Un’altra piacevole novità in scaletta è rappresentata da Sweet Caroline, eseguita con qualche incertezza, subito esorcizzata da Elvis con il suo proverbiale umorismo, e soprattutto da Polk Salad Annie, un rock blues dal sapore funky che in futuro diverrà un punto fermo – e spettacolarissimo – degli shows di Elvis.
Kentucky Rain, un’altra gemma abbandonata troppo presto (per la verità un po’ difficile da fare dal vivo, con tutti i suoi stop e ripartenze) precede la collaudata chiusura Suspicious minds e Can’t help falling in love.

 

Il secondo dischetto ci porta diettamente al closing show della season del 23 febbraio 1970.
La scaletta non si discosta molto da quanto ascoltato in occasione dell’opening show, ma come è lecito aspettarsi in uno show di fine ingaggio, Elvis è molto rilassato e divertito.
I got a woman ha preso il posto di That’s all right in scaletta, ed è veramente notevole la versione molto coinvolgente di Don’t cry daddy.
Kentucky rain fa qui la sua ultima apparizione dal vivo, mentre Let it be me stupisce per i suoi toni operistici.
Anche CC rider, eccezionale blues, dopo questa occasione sparirà dalle scalette per ripresentarsi come song di apertura due anni più tardi, e rimanerci sino al 1977.
Da segnalare la gustosa versione di Polk Salad Annie in cui Elvis allunga di parecchio il pezzo, lasciando improvvisare le Sweet inspirations un infinito “hey hey, I feel alright…”. Veramente soul!
Le emozioni non finiscono certo qui: non facciamo in tempo a godere di una bella Lawdy miss Clawdy eseguita direttamente al piano (“agli inizi della carriera mi chiamavo Fats Domino…poi ho perso peso” scherza Elvis) che il nostro artista, nel esaudire alcune richieste del pubblico, imbraccia la chitarra e si tuffa in una bella One night.
Hey ragazzi, ricordate It’s now or never?” chiede ai suoi musicisti, prima di offrire la prima live version in assoluto del pezzo, nella cui esecuzione Elvis prende per mano e guida la band intera.
Tutte le cose buone hanno una fine…ed ecco che anche questo incredibile show volge al termine, non prima che Elvis abbia ringraziato tutti, Col. Parker (assente) compreso e dopo aver pubblicizzato gli imminenti shows all’Astrodome di Houston.

 

In definitiva considero “The On Stage Season” veramente necessario solo per coloro che negli anni scorsi si son persi gli storici bootlegs e che dunque con un prodotto ufficiale si regalano uno dei migliori Elvis Live di sempre.