Fans club riconosciuto ufficialmente dalla Elvis Presley Enterprises menu

ST. LOUIS & SPOKANE

DISCOGRAFIA FOLLOW THAT DREAM
Data di pubblicazione Maggio 2020
N° Catalogo 5060209751443

Dettagli:

 

Doppio CD nel formato digipack da 5″ che ci fa ascoltare due registrazioni dal vivo tratte dal mixer (soundboards).

Il primo dischetto riporta l’esibizione del 22 marzo 1976 a St. Louis, Missouri mentre il secondo quella di Spokane, Washington, 27 aprile 1976.
Ambedue gli spettacoli sono quelli di chiusura del due relativi tours. Quello di Spokane è inedito anche per i bootleggers.

Direi un’ottima aggiunta per i collezionisti !

EMISSIONI TRACK LIST

CD 1. Dal vivo a St. Louis, Missouri. 22 marzo 1976. Spettacolo serale.

01 Also Sprach Zarathustra
02 See See Rider
03 I Got A Woman / Amen
04 Love Me
05 Let Me Be There
06 You Gave Me A Mountain
07 Steamroller Blues
08 All Shook Up
09 (Let Me Be Your) Teddy Bear / Don’t Be Cruel
10 Hearbreak Hotel
11 Love Me Tender
12 Polk Salad Annie
13 Introductions
14 And I Love You So
15 Hurt
16 Hound Dog
17 America, The Beuatiful
18 Funny How Time Slips Away
19 Can’t Help Falling In Love
20 Closing Vamp

 

 

CD 2. Dal vivo a Spokane, Washington. 27 aprile 1976. Spettacolo serale.

01 Also Sprach Zarathustra
02 See See Rider
03 I Got A Woman / Amen
04 Love Me
05 If You Love Me (Let Me Know)
06 You Gave Me A Mountain
07 All Shook Up
08 (Let Me Be Your) Teddy Bear / Don’t Be Cruel
09 Trying To Get To You
10 America, The Beautiful
11 Polk Salad Annie
12 Introductions
13 My Way
14 Burning Love
15 Hurt
16 Funny How Time Slips Away
17 How Great Thou Art
18 Hound Dog
19 Can’t Help Falling In Love
20 Closing Vamp

RECENSIONI

Di Davide Raga

 

Il 1976 è un anno difficile per Elvis, caratterizzato da estenuanti tours in giro per gli States e da una forma fisica precaria; le performances variano da livelli qualitativi appena sufficienti ad alcuni decisamente “out” nei quali il cantante si presenta in estrema difficoltà. Solo l’ultimo trimestre dell’anno finalmente qualcosa inizia a prendere il verso giusto e ritroviamo un Elvis gradualmente rinvigorito e in grado di fornire performances robuste. Un processo di “ripresa” che culmina con l’eccitante mini tour di dicembre 1976.

Ma torniamo agli inizi dell’anno. Il primo tour viene organizzato per marzo e, considerando che il cantante non è al top, si decide di aprire le danze con un breve tour strategico di sei giorni in alcune locations minori, come Johnson City, nelle quali strada facendo si sarebbe potuto riacquisire il ritmo giusto tenendosi comunque lontano dai riflettori.
Si pensi che questo giro di spettacoli venne preceduto alcuni giorni precedenti da delle prove nella palestra di Graceland a dir poco approssimative, alle quali Elvis praticamente non partecipa.
Un aneddoto raccontato dal buon JD Sumner, leader degli Stamps Quartet , gruppo di coristi della band di Elvis, rivela che lo stesso Elvis non era al corrente dell’inizio del tour, a tre giorni dalla partenza ! Già questo particolare è sufficiente per rendere l’idea di come andavano le cose intorno ad Elvis in quel periodo… Ma c’è di più: la band che aveva accompagnato Elvis sin dal 1969 iniziava a sgretolarsi: Glen D. Hardin e Ronnie Tutt abbandonarono la nave (ci fu anche un tentativo di James Burton di fare altrettanto, ma qualche bustone di danaro lo fece ritornare sui suoi passi) , ed ecco dunque entrare in scena Larrie Londin alla batteria e Shane Keister al piano.
Nonostante i cattivi presagi alla vigilia, proprio la presenza dei due nuovi musicisti, in particolare di Londin, conferiscono al sound dello spettacolo un ritmo nuovo, avvolgente, energico e rinnovato; la voce di Elvis si presenta quasi sempre al 70% delle possibilità, non ha ancora un controllo e una potenza che troveremo in futuro, suonando a volte stanca e a volte incerta, ma nel complesso il risultato finale è molto godibile per i motivi di cui sopra.

In questo episodio la FTD con il primo dischetto ci fa ascoltare l’ultimo spettacolo di questo primo tour del 1976.
Siamo nella città di St. Louis, Missouri, e l’inizio di See See Rider è caratterizzato da un adrenalinico ritmo al fulmicotone ad opera del batterista che “spinge” Elvis anche se, come detto prima, questi sembra spesso non essere in grado di “seguire” con la stessa energia.
In I got a woman l’eccitazione è alle stelle, e non manca il solito siparietto Elvis-JD Sumner, di impatto scenico come sempre.
La scaletta è quella ascoltata in buona parte del tour, con in evidenza Steamroller Blues, You Gave Me A Mountain, Polk Salad Annie e la novità Hurt. Purtroppo la versione che ascoltiamo di quest’ultimo brano,  non è certo tra le migliori eseguite da Elvis. In alcuni momenti rischia addirittura di stonare. Cattivo controllo probabilmente alimentato da un pessimo funzionamento dei monitor spia sul palco (cosa sottolineata per altro durante l’esecuzione di “Mountain” dallo stesso Elvis)
In occasione di “mountain” una fan riesce ad eludere la sicurezza e a salire sul palco, tuffandosi rovinosamente su un sorpreso Elvis, addirittura ferendolo sul labbro!

Di questo tour abbiamo avuto modo già in passato di godere di alcune registrazione grazie ai pirati (Johnson City, Cincinnati, Charlotte) e questo FTD non fa altro che confermare le sensazioni avute in passato: un nuovo ritmo, piacevole e accattivante ma che Elvi , purtroppo, non riesce a sfruttare al meglio.

 

Col secondo dischetto facciamo invece un salto di un mese, al secondo tour dell’anno.
Ci troviamo in platea a Spokane, 27 aprile, anche in questa occasione lo spettacolo di chiusura del tour..
Da segnalare subito il ritorno alla batteria di Ronnie Tutt che ci riporta a un ritmo più familiare – e come sempre eccitante – e la presenza di Tony Brown al piano.
Stando a quanto rivelano le prime battute in See see rider, Elvis rispetto allo spettacolo di St. Louis appena ascoltato risulta vocalmente più in forma. Purtroppo l’audio soffre di alcuni fruscii di fondo che non rendono perfettamente godibile l’ascolto della prima fase della registrazione.
I got a woman / Amen dà vita ad un gioco di sguardi, ammiccamenti e battute che mandano in visibilio il pubblico femmine. A JD Sumner viene chiesto di ripetere la sua parte nel finale come sempre viene preso di mira dalle battute di Elvis. “può fare di meglio….pensa di essere tornato a Nashville, al Ryman Auditorium…Gran Ole Opri..o come si chiama”.
Nel salutare il pubblico Elvis ricorda di essere stato a Spokane tre anni prima e raccomanda loro, scherzosamente, di non dare retta all’annunciatore del pre-show che chiedeva di “stare fermi sulle proprie sedie come ad una convention di impresari delle pompe funebri“ (Mortician’s convention).
Lo spettacolo prosegue dunque sulla falsariga del solito copione, con il medesimo repertorio snocciolato tra il delirio di un pubblico adorante e caratterizzato dal buon umore di Elvis, cosa che lo contraddistingue sempre in particolare in occasione dei concerti di chiusura.
You gave a mountain in questa occasione viene dedicata ad una fan presente in sala che è in dolce attesa. La versione che ne viene fuori è molto buona e cantata con trasporto.
Di “America”, canzone simbolo dell’anno del bicentenario ascoltiamo una versione ordinaria, mentre Trying to get to you viene eseguita con il solito trasporto: anche stavolta risplende in tutta la brillantezza dei tempi andati.
Di Polk Salad Annie ascoltiamo una versione abbastanza energica ma eseguita con meno enfasi del solito.
Durante le presentazioni della band troviamo un tipico momento “pazzerello” da closing show: David Briggs suona “Jingle Bells” come assolo e tutta la band si unisce a lui, lasciando Elvis sorpreso e divertito. “devono aver sniffato carbone …c’è qualcosa che non va in questa band!” conclude Elvis.
Dopo una My Way che ancorché eseguita in modo eccellente dovrà ancora esprimere il meglio  nei mesi a venire, ecco arrivare la richiestissima Burning Love. Finalmente una versione dal tiro giusto, offuscata solo all’inizio quando Elvis si incarta un po col testo, ma resta comunque una delle migliori versioni ascoltate nel post aloha.
Hurt viene presentata come una nuova canzone fatta da appena due settimane e ne viene data una buona interpretazione. Anche in questo caso, come per My Way, le migliori esecuzioni dovranno ancora arrivare.
Funny How time slips away, sempre bella e amata dai fans, ci introduce ad un finale di spettacolo che con How Great thou art raggiunge altissimi livelli di intensità emotiva nel quale restiamo senza fiato, attoniti e impotenti dinnanzi ad una potenza vocale senza eguali.
Hound dog rappresenta l’ultimo scossone di questo spettacolo, dal quale Elvis si congeda con la consueta Cant’ help falling in love.

 

Terminiamo così il nostro viaggio alla scoperta di questo set della FTD che sebbene non rappresenti nulla di eccezionale rispetto a quanto già ascoltato, è di sicuro un’ottima aggiunta alle nostre collezioni.
Il sound inedito e inconsueto che troviamo nel primo dei due spettacoli offrirà sicuramente nuovi spunti di discussione agli appassionati e di conseguenza, una nuova, immancabile occasione per ascoltare il tutto più di una volta.