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I’LL REMEMBER YOU

DISCOGRAFIA FOLLOW THAT DREAM
Data di pubblicazione dicembre 2008
N° Catalogo 8869740711-2

Dettagli:

Soundboard dello spettacolo di mezzanotte del 3 febbraio 1973 a Las Vegas.
Alla fine del CD abbiamo due bonus tratte da altri due shows.

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EMISSIONI TRACK LIST

Dal vivo a Las Vegas, Nevada. 3 febbraio 1973. Midnight show
01 See See Rider
02 I Got A Woman / Amen
03 Until It’s Time For You To Go
04 You Don’t Have To Say You Love Me
05 Steamroller Blues
06 You Gave Me A Mountain
07 Fever
08 Love Me
09 Blue Suede Shoes
10 Love Me Tender
11 Johnny B. Goode
12 Hound Dog
13 What Now My Love
14 Suspicious Minds
15 Introductions
16 I Can’t Stop Loving You
17 An American Trilogy
18 Can’t Help Falling In Love
19 Sweet Caroline [Las vegas 2/2/1973 MS]
20 I’ll Remember You [Las Vegas 3/2/1973 DS]

RECENSIONI

Di Davide Raga

Eccoci all’ingaggio immediatamente successivo alla fatica dell’Aloha From Hawaii.
Per la precisione, assistiamo al midnight show del 3 febbraio 1973 a Las Vegas.

L’avvio sonnacchioso con See see rider lascia subito spazio ad I got a woman che, rispetto alla scaletta dello show trasmesso via satellite, prende il posto di Burning Love.
Un inizio in sordina, dicevo, e credo proprio che non dev’essere stato granchè entusiasmante tornare nello showroom dell’Hilton dopo aver conquistato il mondo intero ed aver coltivato legittime aspettative. Poco gratificante davvero ritrovarsi nella solita routine dopo un successo planetario (anche se i “frutti” di tanto lavoro si devono ancora dispiegare per intero). Tuttavia, i se e i ma non ci competono in questa sede, sono semmai materia per biografi ed allora torniamo a concentrarci sullo show.
Al terzo posto in scaletta ritroviamo la bella Until it’s time for you to go, qui eseguita in modo troppo rilassato da parte di Elvis, più interessato a passeggiare sul palco e a baciare le fans.
Gode di un impegno superiore la “nostra” You don’t have to say you love, ben interpretata e con un’ottima voce soprano della Westmoreland.
In Steamroller blues notiamo subito un attacco meno energico da parte di Ronnie Tutt alla batteria (hey, ma dormite tutti oggi?), tuttavia una buonissima versione con un James Burton in grandissima forma, autore di un magnifico assolo.
You gave me a mountain è come sempre interpretata con grande impegno.
Fever
, preceduta da un “I love you too” indirizzato ad una fan, è come al solito infarcita di sensuali e scherzose mosse per la gioia del pubblico femminile presente in sala.
Arriviamo così al momento dei vecchi cavalli di battaglia e mentre ascolto mi torna in mente una dichiarazione del buon Scotty Moore a proposito dei concerti anni ’70 di Elvis, dove ammette di non amarli per via del modo in cui tratta i vecchi successi: “è pur sempre grazie a quelle canzoni che è diventato quel che è , no?”. E non credo di potergli dar torto.
Penso che avremmo preferito tutti un maggior impegno da parte sua nei brani anni ’50.
Si distingue tuttavia Johnny B. Goode, con un’introduzione diversa dal solito da parte di Burton.
In Hound Dog ritroviamo il “giochetto” del Madison Square Garden, con un inizio molto blues che raddoppia di ritmo dopo due strofe.
Archiviato il discorso fifties ritroviamo un repertorio più impegnato (ed impegnativo): l’ottima What now my Love, degna della versione dell’Aloha, precede la classica Suspicious minds, erroneamente indicata nella cover di una durata di solo 1:16 minuti.
Dopo la presentazione della band arriva la classica I can’t stop loving you, energica come sempre.
Ed eccoci al momento più intenso dello show: An American trilogy, nella sua grandiosa e solenne interpretazione che ci porta alla fine dello spettacolo, che si chiude ovviamente con Can’t help falling in love.
Da notare che anche per questi ultimi due brani si ripetono gli errori sulla cover legati alla durata delle tracce.
Chiudono questa ennesima fatica della FTD due bonus songs: Sweet Caroline dal midnight show della sera precedente, pezzo inusuale per il 1973 ma eseguito molto bene tanto da non avere nulla da invidiare alle versioni del 1970, e la seconda bonus song, ultima in assoluto del disco, che proviene dal Dinner Show del 3 Febbraio e viene così introdotta: “signore e signori, una canzone che abbiamo fatto per l’Aloha show” e proprio dalla versione del mitico concerto via satellite, questa I’ll remember you non si discosta per intensità interpretativa.