Doppio CD del formato 5″ in confezione digipack che ci fa ascoltare i due spettacoli del 16 giugno 1974 registrati dal mixer del tecnico, a Fort Worth, Texas (pomeriggio e sera).
Ottimi concerti, una bellissima aggiunta alle nostre collezioni.
CD 1: Fort Worth, Texas. 16 giugno 1974. Pomeriggio.
01 See See Rider
02 I Got A Woman / Amen
03 Love Me
04 Trying To Get To You
05 All Shook Up
06 Love Me Tender
07 Hound Dog
08 Fever
09 Polk Salad Annie
10 Why Me, Lord ?
11 Suspicious Minds
12 Introductions
13 I Can’t Stop Loving You
14 Heartbreak Hotel
15 Help Me
16 An American Trilogy
17 Let Me Be There
18 Funny How Time Slips Away
19 Big Boss Man
20 Can’t Help Falling In Love
21 Closing Vamp / Elvis has left the building
CD 2: Fort Worth, Texas. 16 giugno 1974. Sera.
01 See See Rider
02 I Got A Woman / Amen
03 Love Me
04 Trying To Get To You
05 All Shook Up
06 Love Me Tender
07 Hound Dog
08 Fever
09 Polk Salad Annie
10 Why Me, Lord ?
11 Suspicious Minds
12 Introductions
13 I Can’t Stop Loving You
14 Help Me
15 An American Trilogy
16 Let Me Be There
17 Funny How Time Slips Away
18 Big Boss Man
19 How Great Thou Art
20 Can’t Help Falling In Love
21 Closing Vamp [incompleta]
Di Davide Raga.
Con questo doppio CD la FTD ci riporta al tour estivo del 1974 che ebbe luogo dal 15 giugno al 2 luglio. Sono ben 5 le pubblicazioni della label che, ad ora, coprono questo tour.
Fort Worth, Texas 1974 propone 2 dei 4 spettacoli di apertura del tour, iniziato nella città del Texas. Nello specifico, ascoltiamo in questa occasione i due concerti inediti del giorno 16, festa del papà, ricorrenza che Elvis non manca di ricordare, facendo gli auguri a tutti i papà presenti in sala.
Il formato è in doppio 5 pollici, la qualità audio è quella tipica dei soundboard: suono non apertissimo, alcuni strumenti in primo piano rispetto al resto ma, stavolta, in rilievo troviamo basso, chitarra, batteria e anche i cori sono ben presenti (mentre risulta lontana l’orchestra) il che rende molto godibile l’ascolto e ci permette di cogliere, per esempio, la maestria di Tutt al doppio pedale in gran cassa, Duke Bardwell che comunque, pur non essendo Jerry Sheff, fa un lavoro onesto e ovviamente James Burton che non ha bisogno di presentazione alcuna.
Con il primo dei due dischetti ascoltiamo l’afternoon show che, nonostante siano appunto le tre del pomeriggio di una bollente giornata di metà giugno, vede Elvis concentrato e in ottimo umore. Non avrebbe potuto essere altrimenti visto l’entusiasmo con il quale venne accolto dalla città, letteralmente impazzita alla notizia dell’arrivo di Elvis.
“See See rider” ci annuncia che la tensione è alta; “I got a woman” si fa sempre apprezzare per la sua scherzosa teatralità e “Trying to get to you” riporta tutti ai giorni della “Sun Records”: un’interpretazione sempre verde e ben eseguita.
“All Shook up”, solitamente bistrattata come tutte le canzoni degli anni ’50, viene interpretata in un modo energico che la rende piacevole e non da ascoltare per “dovere”.
Anche “Love me tender” non sembra soffrire troppo del consueto lancio di foulards, nel senso che viene eseguita bene ed in modo completo.
“Hound dog” infiamma la sala e rende praticamente impossibile evitare che il caos sotto al palco.
“Fever” è un momento importante dello show dove Elvis non si limita a proporre una pietra miliare della sua sterminata discografia ma, con giochi di gambe e smorfiette, mette in risalto il suo sex appeal, sapientemente accompagnato dal supporto di Ronnie Tutt alla batteria, pronto a evidenziare sempre qualsiasi movimento, seppur minimo, dell’artista.
L’inizio di “Polk salad Annie” fa vibrare le pareti dell’auditorimum che, a questo punto dello spettacolo, è una pentola a pressione pronta ad esplodere. Quattro minuti infuocati di funky-rock e soul, alcuni tra gli ingredienti base dell’Elvis Presley style.
Con “Why me, Lord ?” arriva il momento del Gospel e dell’Elvis più profondo. In questa versione, per fortuna, il brano fila liscio senza i soliti scherzetti rifilati al povero JD Sumner. Elvis è concentrato, assorto, e offre una versione mozzafiato, con quel suo finale –ripetuto una seconda volta!- capace di cullare le nostre anime, unitamente alla sua… “Jesus, my soul is in your hand”.
Seguono i ringraziamenti a JD & stamps da parte dello stesso Elvis. Umiltà unica.
“Suspicious minds” è la highlight attesa da tutti e chiaramente non delude le aspettative.
Con “Help Me” ritroviamo ancora la massima ispirazione da parte di Elvis così come nella successiva “An American Trilogy”, momento da sempre clou e intenso di tutto lo spettacolo. Pattriotismo, radici e sentimento in quasi quattro minuti di assoluto trasporto emotivo.
Ci si avvia così verso la fine dello spettacolo con l’allegra “Let Me Be There” e il classico country “Funny how time slips away”, che nelle corde di Elvis si spoglia di qualsiasi etichetta per diventare genere a se.
L’ultimo scossone dello spettacolo è rappresentato dalla grintosa “Big Boss Man”, che ci accompagna così verso l’uscita di scena di Elvis, tra le note di “Can’t help falling in love”.
Finisce così uno spettacolo veramente tosto, valido e piacevolissimo, alla faccia del fatto che sono le tre del pomeriggio!!!!
Con il secondo CD si passa allo spettacolo serale in programma alle 20:30.
“England loves you! Ci sono Londinesi in Texas???”, chiede Elvis divertito dopo aver letto uno striscione in sala, subito dopo “I got a Woman/Amen”.
“My name is Elvis Paysley!” storpiando di proposito il proprio nome.
Anche in questo secondo spettacolo buon umore e adrenalina la fanno da padroni, Elvis è concentrato e sembra ancora più su di giri rispetto allo spettacolo pomeridiano. La scaletta è pressoché identica, cosi come la qualità esecutiva. Unica differenza, la presenza nel finale dello spettacolo del Gospel “How great Thou art”: emozionante, intrisa di passione, di fede, di amore. Ascoltare questo pezzo, in tutte le sue varianti live, conferma quanto Elvis credesse veramente in ciò che cantava.
“How Great thou art” è preghiera, è inno, è lode e ringraziamento a Dio, a quel Dio al quale Elvis mostra nuda e cruda la sua anima, tutto il suo essere semplicemente un uomo mortale… ma con un dono immenso: donare felicità attraverso la voce.
Si chiude così un altro viaggio di grande musica in compagnia del nostro incredibile artista.
in attesa dei prossimi, puntuali appuntamenti targati FTD, inseriamo ancora una volta il CD nel lettore, indossiamo le cuffie e chiudiamo gli occhi. Elvis è nuovamente li, pronto a condurci nella nostra intima oasi di pace ed emozioni.