Fans club riconosciuto ufficialmente dalla Elvis Presley Enterprises menu

FASHION FOR A KING

DISCOGRAFIA FOLLOW THAT DREAM
Data di pubblicazione Agosto 2011
N° Catalogo Sony Music 506020-975035

Dettagli:

Libro di 510 pagine della misura di 30×25 cm con copertina rigida e due CD allegati con altrettanti concerti inediti (soundboards).
Il libro è incentrato sui vestiti di Elvis nei suoi spettacoli dal 1969 al 1977.
I due shows ci fanno ascoltare Elvis davvero in forma.
Ottima pubblicazione.

fashion_for_a_king_frontfashion_for_a_king_back

EMISSIONI TRACK LIST

CD 1
fashion_for_a_king_disc1
Dal vivo a Omaha, Nebraska. 1 luglio 1974. Spettacolo serale.
01 See See Rider
02 I Got A Woman / Amen
03 Love Me
04 Trying To Get To You
05 All Shook Up
06 Love Me Tender
07 Hound Dog
08 Fever
09 Polk Salad Annie
10 Why Me, Lord?
11 Suspicious Minds
12 Introductions
13 I Can’t Stop Loving You
14 You Don’t Have To Say You Love Me
15 Help Me
16 Bridge Over Troubled Water
17 Let Me Be There
18 Funny How Time Slips Away
19 Big Boss Man
20 Can’t Help Falling In Love
21 Steamroller Blues [Salt Lake City 2/7/1974]

CD 2
fashion_for_a_king_disc2
Dal vivo a Las Vegas, Nevada. 14 dicembre 1975. ore 22.
01 See See Rider
02 I Got A Woman / Amen
03 Love Me
04 Trying To Get To You
05 And I Love You So
06 All Shook Up
07 Teddy Bear / Don’t Be Cruel
08 Hound Dog
09 Until It’s Time For You To Go
10 You Gave Me A Mountain
11 Polk Salad Annie
12 Introductions [incompletea]
13 Just Pretend
14 How Great Thou Art
15 Burning Love
16 Softly As I Leave You
17 America
18 Little Sister
19 Heartbreak Hotel
20 O Sole Mio [S. Nielsen] / It’s Now Or Never
21 Can’t Help Falling In Love

RECENSIONI

Di Davide Raga

‘Fashion For A King’ è il risultato della collaborazione tra la FTD e gli autori svedesi Tommy Edvardsen e Atle Larsen. Un corposo libro di 512 pagine e 2 CD.

Il libro, come si evince dal titolo, è dedicato agli abiti di Elvis, più precisamente alle celebri jumpsuits, gli abiti da scena utilizzati dal nostro tra il 1969 e il 1977.
Per la prima volta dunque viene trattato tale argomento in maniera ufficiale dalla casa discografica di Elvis, sebbene per tramite della satellitare FTD. È ovvio che le jumpsuits hanno giocato un ruolo importante, benché non certo determinante, nell’impatto scenico senza eguali di Elvis Presley, a partire dal giorno del ritorno sulle scene, in quel lontano luglio del 1969.
La FTD ci porta dunque attraverso un interessante viaggio tra foto , aneddoti e dettagli dietro ogni singolo costume da scena del cantante.

I compac discs allegati offrono invece due registrazioni soundboard in ottima qualità audio.
Il primo dei due dischetti propone lo show che Elvis tenne nella città di Omaha, Nebraska, il 1° luglio del 1974.
Ci troviamo alle fasi conclusive di un lunghissimo tour iniziato il 15 giugno a Fort Worth, Texas. Questo di Omaha è per l’appunto il penultimo show del tour. La probabile naturale stanchezza di Elvis e musicisti a questo punto dei concerti non traspare assolutamente dalla registrazione: un buonissimo show “di mestiere” ben confezionato, con una scaletta varia e ben assortita. Altissimo come sempre il feeling con l’ entusiasta pubblico del Nebraska.
Uno spettacolo piacevole dunque, le cui highlights sono la splendida e seriamente interpretata Why me, Lord?, dove per fortuna Elvis non si perde in scherzi con J.D Sumner, Suspicious minds, nel suo ultimo anno di scaletta, che suscita come sempre un boato tra il pubblico.
Molto ispirata anche l’esecuzione di Help Me, mentre You don’t have to say you love me rappresenta una sorprendente novità in scaletta per l’anno 1974.
Ad un certo punto dello show, la band attacca An American trilogy ma Elvis ferma il tutto ed attacca invece Bridge over troubled water: ennesima magistrale esecuzione del classico di Simon & Garfunkel.
Alla fine dello show troviamo Big Boss Man: nelle sue versioni live, lo splendido brano non mi ha mai entusiasmato più di tanto, ma in questo caso devo dire che ci troviamo dinnanzi ad una ottima versione, molto ben eseguita e “blues” al punto giusto. Lo spettacolo, come di consueto, termina con Can’t help falling in love.
A chiudere il CD, un bonus proveniente dal concerto della sera successiva, il closing show di Salt Lake City del 2 luglio: Steamroller Blues…. Da ascoltare a tutto volume!

Col secondo CD ci trasferiamo a Las Vegas per assistere al dinner show delle 22:00 del 14 dicembre 1975, uno spettacolo inedito sino a questo momento.
Quella di dicembre ’75 (dal 2 al 15) è un’ottima season che vede Elvis in uno stato a dir poco ottimo, essendo nel pieno della sua maturità vocale.
Gli spettacoli di Las Vegas, a differenza di quelli on tour, si distinguono per un’atmosfera abbastanza rilassata ed anche in questo caso il concerto nelle sue primissime fasi vede Elvis interagire in modo abbastanza confidenziale con pubblico e band.
A prova della forma vocale prima indicata troviamo in scaletta una versione eccezionale di And I Love you so e una maestosa You Gave me a Mountain.
Curiosamente viene ripescata in scaletta la bella Until it’s time for you to go che vide pieno utilizzo nel 1972. A differenza di 3 anni prima, la stupenda ballata viene qui eseguita molto più lenta.
Molto accattivante Polk Salad Annie che, sebbene soffocata in parte da un eccessiva orchestrazione, termina in un lunghissimo finale che è un vero e proprio trionfo di fiati e percussioni.
Un altro gradito ritorno in scaletta è rappresentato dalla bella Just Pretend, un classico live di cinque anni prima.
A mio avviso la top performance dello show è la magica How Great Thou Art, dove la voce del nostro artista si dispiega in tutta la sua maestosa potenza e ci mostra che, quando è ispirato, Elvis raggiunge livelli di bravura sovraumani. Da segnalare il bellissimo finale ripetuto ben due volte per la gioia delle nostre orecchie.
Nemmeno il tempo di riprenderci dalle emozioni del Gospel appena citato, che Elvis da un nuovo scossone allo show con una energica Burning Love. Molto particolare il fraseggio vocale delle Sweet inspirations durante la seconda strofa.
Ancora potenza vocale e soprattutto trasporto nella patriottica America, ormai “sostituta ufficiale” di An American Trilogy.
In chiusura di show, Elvis si cimenta nella lingua italiana con le prime strofe di It’s now or never, per passare poi all’inglese nelle battute successive. Simpatico siparietto già posto in atto in alcune serate precedenti.

“Fashion for a king”, secondo me, è da avere assolutamente nelle proprie collezioni, in particolare per la parte “audio”, con due ottimi shows, dove a mio parere il secondo dei due si colloca di diritto tra le migliori performances in assoluto dell’ultimo Elvis.